Nato a Como nel 1930, ma “presto milanesizzatosi”, dice di lui nel 1995 Ferdinando Cesare Farra nella prefazione del volumetto Tra mì e mì”, una raccolta di poesie in milanese.
Nelle sue poesie – dice sempre Farra – c’è, sì, con una mano leggera, il canto quasi primaverile della nascita della vita, ma c’è anche l’assillo dello scorrere della vita individuale e universale.
C’è l’amore per le creature che ci furono care, il calore dell’affetto per la Mamma e per il Padre, poi il travaglio per ciclo della vita e della morte.
C’è l’angoscia nel veder tramontare giovani vite.
Poesia forte e rassegnata, che non piange, ma che mal si rassegna alle inflessibili leggi del “Panta Rei” della vita.